Perchè Giornata dei migranti? Le migrazioni sono riconosciute come una delle caratteristiche principali della città di Fiume, come nel passato, così pure nel presente, quindi con l’acqua e il lavoro rappresentano uno degli elementi tematici portanti del programma Fiume 2020 – Capitale europea della cultura.

Il programma artistico e discorsivo Cucina delle diversità  apre e analizza molti nuovi aspetti delle migrazioni mondiali, con riferimento particolare al Sud globale e al tema della razza. Si presentano a pubblico fiumano Black Quantum Futurism (US) – il collettivo afroamericano dell’attivista Rasheedahe Phillips (US) e della sua collega Cameae Ayewae (US) che all’ OKC Palach anche il programma musicale sull’afrofuturismo Moor Mother e la performance poetica sulla tragedia chiamata “Olocausto nel Mediterraneo“ del teoretico Franco Berardi Bifo (IT) e dell’artista nomade Babi Badalov (AZ), il quale sistemerà sul territorio del Comitato di quartiere di Potok un’installazione luminosa sul tema delle rotte migratorie balcaniche.

La comunità internazionale celebra ogni anno il 18 dicembre la Giornata mondiale dei migranti. Per Fiume 2020 – Capitale europea della culturale questa data è importante per diversi motivi. Le migrazioni sono riconosciute come una delle caratteristiche principali della città di Fiume, come nel passato, così pure nel presente, quindi con l’acqua e il lavoro rappresentano uno degli elementi tematici portanti del programma Fiume 2020 – Capitale europea della cultura.

In un periodo in cui cresce ogni giorno il numero di conoscenti e persone a noi care che cercano una vita migliore al di fuori dei confini nazionali, mentre nel contempo nella nostra città e nel nostro Paese arrivano persone nuove con lo stesso obiettivo, il programma Cucina della diversità è dedicato appunto ai migranti e alle migrazioni internazionali.

Attraverso produzioni artistiche, discussioni e proiezioni di film, l’afrofuturismo viene posto nel fulcro del programma come movimento artistico e culturale. La storia e le radici della comunità afroamericana sono state sistematicamente sradicate dalla coscienza bianca e schiavista. Quello che ebbe inizio come un rapimento di persone dall’Africa tra il XV e XIX secolo, si è sviluppato in un modo di pensare postcoloniale del mondo contemporaneo.