Porto Etno è un festival internazionale che offre un’esperienza unica di goduria nella musica mondiale e nella gastronomia.

Il Festival Porto Etno è nato nell’ambito del programma preparatorio di Fiume 2020 – Capitale europea della cultura e la sua quarta edizione nel 2020 vedrà la partecipazione di oltre un centinaio di artisti, trenta cucine mondiali riunite nella fiera gastronomica, nonché programmi folcloristici, educativi e per l’infanzia. Profumi e sapori autoctoni, canti e melodie dell’Istria e del Quarnero si amalgameranno con quelli di tutto il mondo in una vibrante ricetta multiculturale degna di una città aperta come lo è Fiume.

L’obiettivo del Festival è quello di instaurare un dialogo tra le culture e proprio il cibo e la musica, come lingua universale che tutti comprendono, hanno il potere di collegare tra di loro persone di diverse razze, nazioni ed età. Inoltre, molto spesso sono il mezzo migliore per conoscere e comprendere culture diverse.

Il Festival porta alla stessa tavola persone di diverse generazioni. È un evento sociale di famiglia dove le varie comunità presentano il proprio folclore, la propria cucina e i mestieri, il tutto accompagnato da esibizioni world music nazionali e straniere che vanno a completare la serata.

In un periodo in cui riscontriamo un aumento del nazionalismo e della xenofobia, quando le società alzano un muro davanti alle diversità e stanno prendendo sempre più piede fenomeni quali il fascismo e l’intolleranza nei confronti dei “diversi“, Fiume si presenta con un festival che celebra le diversità nel melting pot culturale, gastronomico e musicale.

Il Festival Porto Etno è nato dalla tradizionale Etno fiera – Giornata delle minoranze nazionali a Fiume, che viene organizzata nel capoluogo quarnerino ormai da vent’anni. Protagonisti principali sono la musica e la gastronomia tradizionali dei Paesi le cui minoranze nazionali vivono sul territorio della Città di Fiume e della Regione litoraneo-montana. La versione nuova e più moderna di Porto Etno ha preso il via nel 2017 e fino ad oggi, oltre alle minoranze nazionali, ha riunito numerosi immigrati a Fiume assieme a diversi nomadi musicali di tutto il mondo.