La mostra ha come tema il centenario dell’Impresa di Fiume di Gabriele D’Annunzio, raccontato dalla prospettiva di alcune donne che all’epoca vivevano a Fiume e che poi diventarono, ciascuna di esse in un modo diverso, sue vittime, come la stessa città che in quei tempi divenne vittima di un estremo nazionalismo, in particolar modo – italiano.
L’esposizione è organizzata nell’ambito del programma preparatorio alla mostra Confini – tra ordine e caos che tematizza il centenario dell’occupazione dannunziana di Fiume; Città olocausta o semplicemente Olocausta, come spesso D’Annunzio chiamava Fiume. Verranno presentati gli esempi di donne nate a Fiume come Zora Blažić e Nicolina Fabris, ma anche di donne giunte in città proprio per D’Annunzio, come Luisa Baccara, legionaria e moglie di un legionario.
A quei tempi pittoricamente Fiume veniva personificata nel personaggio di una donna – ragazza martire, il che viene presentato nell’ambito della mostra, con particolar riguardo ai futuristi italiani. Viene tematizzato anche il rapporto di D’Annunzio con le donne con cui ha avuto dei rapporti amorosi e che alla fine della relazione si sentivano “stremate fisicamente ed emozionalmente”, proprio come la città di Fiume.
Curatrici della mostra sono: Tea Perinčić (CRO) e Ana-Maria Milčić (CRO), autori del design dell’allestimento Sanjin Kunić (CRO) e Nikolina Radić Štivić (CRO).