Un luogo carismatico dove vecchie opere architettoniche anonime (mrgari) rivivono nella convivenza con l’intervento artistico contemporaneo.

La natura e la vita sulle colline sopra Bescanuova (Baška) sono stati per secoli  modellati dal vento e dal mare. Per domare almeno in parte questo paesaggio selvatico gli uomini hanno creato un sofisticato sistema di muretti a secco e recinti per limitare la circolazione dei greggi di pecore e proteggere, almeno in parte, le loro coltivazioni dalle condizioni meteorologiche.

Subito sopra Bescanuova e la sua meravigliosa spiaggia (Vela plaža) troviamo la località Ljubimer, da dove si apre una veduta spettacolare oltre mare fino all’isola di Prvić e alla catena montuosa del Velebit. Ljubimer è una delle caratteristiche strutture in pietra che si trovano da queste parti, denominate mrgari. Si tratta di un sistema di muretti sofisticato e allo stesso tempo di costruzione primitiva, che ricorda i monumenti megalitici. I mrgari venivano usati per radunare le pecore, che di solito circolano libere, per non mischiarle tra i proprietari.

L’architetto cileno di origine croate Smiljan Radić e la sua partner, scultrice cilena, Marcela Correa, saranno gli autori di una realizzazione artistica unica pensata proprio per questo luogo carismatico.

L’artista di fama internazionale ha descritto così il futuro carattere della sua opera:

“A volte troverete opere anonime nei luoghi più inaspettati. Esse sono primitive, una parte di un ricordo svanito… proprio come il lungo muro a secco di Bescanuova. In questo caso la realtà e la realizzazione artistica sono secondari, importante è il nostro viaggio alla ricerca di strutture vecchie e nuove. Riteniamo che l’opera anonima sulla collina è già di rilievo, dopo tocca alla nostra sensibilità scegliere le dimensioni e la grandezza dell’opera”

Per implementare il progetto con successo, gli autori hanno rinunciato a parte delle tasse nel 2020, cosa che altrimenti non sarebbe stata possibile a causa della crisi finanziaria causata dalla pandemia COVID-19.

Foto: Dalibora Bijelić