Una mostra sulla critica del lavoro vista dalla prospettiva dei lavoratori indipendenti delle cosiddette industrie creative. Hanno loro la possibilità di rifiutare il lavoro?
È una mostra multimediale realizzata dell’artista e designer italiano Silvio Lorusso e dell’artista tedesco Sebastian Schmieg, che critica il lavoro come tale, sottolineandone i limiti visto la retribuzione che offre in cambio, la mancanza di lavoro e i sensi di ottusità e ribrezzo che spesso provoca.
Punto di partenza dell’esposizione è il libro di David Frayne The Refusal of Work: The Theory and Practice of Resistance to Work (2015), il quale contiene una panoramica di prospettive teorich che criticano il lavoro e interviste con lavoratori che, anche se vengono pagati, insoddisfatti con la routine e molte volte con la ripetitività assurda del lavoro, trovano dei modi pratici per resistere alla forza colonizzatrice del lavoro. Il progetto di Loruss compie ancora un passo avanti e si chiede cosa fare con i lavoratori che non hanno l’occasione di provare questa routine, ad esempio i designer o gli scrittori che non hanno un superiore, un ufficio né tantomeno una retribuzione costante. Quali strategie possono sviluppare allo scopo di uno scontro critico con il lavoro?
La mostra mette in primo piano la possibilità di rifiutare il lavoro da una prospettiva dei lavoratori dipendenti del settore della cosiddetta industria creativa, indifferentemente se freelancer, sottoccupati, lavoratori onorari o quelli entrati direttamente dalle università nel settore del lavoro. I lavori esposti alla mostra sono nati dalla collaborazione con un gruppo di lavoratori che hanno utilizzato tutte le loro competenze (design, scrittura, registrazioni, montaggio,…) e espresso le loro posizioni riguardo al lavoro. L’obiettivo finale del progetto è di creare un’etnografia materiale sul rifiuto del lavoro della „non-classe non-operaia“, come l’ha definita il filosofo André Gorz.
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