L’artista ha trasformato alcuni esemplari di piante provenienti dalle aree industriali abbandonate di Fiume in campioni di design da cui nascono dei nuovi spazi, raccontando la storia sulle piante che in uno spazio costruito dall’uomo, l’assenza dell’uomo stesso ha permesso di vivere e crescere.

Il mondo moderno si articola in categorie che ci permettono di classificare il mondo che conosciamo in specie, classi e gruppi. Le due categorie principali sono la natura e la cultura, che suddividono il mondo naturale da quello realizzato da un intervento dell’uomo. Però, il mondo attorno a noi spesso sfugge alle categorizzazioni, gli organismi e i fenomeni spesso riescono a trovarsi in mezzo, nonostante appartengano a classi differenti. Uno di questi discostamenti si verifica anche in spazi nati da un’azione dell’uomo, che il mondo naturale nuovamente riprende. Però, non lo assume come se lì non ci fosse mai stato un intervento dell’uomo, bensì proprio questo intervento ha permesso la vita di determinati organismi.

Quale specie vegetale si trova nelle aree industriali abbandonate in Mlaka, Brajdica, Marganovo e Delta, è una domanda alla quale ha cercato di rispondere l’artista Igor Eškinja. I campioni di piante di queste aree sono stati trasformati dall’artista in campioni di design, grazie ai quali costruisce un nuovo spazio. Questo spazio ci racconta una storia sulle piante che in un’area costruita dall’uomo, l’assenza dell’uomo stesso ha permesso di crescere e riprodursi. Le piante che popolano queste aree non sono uguali a quelle che troviamo nei prati o nei boschi attorno alla città. Per noi si tratta di piante sconosciute che classifichiamo come erbacce, qualcosa di cui non abbiamo bisogno. La metafora dell’erbaccia può coinvolgere anche le aree abbandonate che oggi non hanno più una funzione, che sfuggono alle nostre classificazioni e verso le quali non possiamo costruire un rapporto poiché non lo conosciamo.