La mostra si presenta come un’istallazione audiovisiva e si occupa della questione sul come gli algoritmi automatizzino il nostro lavoro e cosa succede se si verifica un errore nei sistemi automatizzati come quelli usati dalle poste.
Continuando le proprie ricerche sul tema dei codici e su come essi influiscano sulla nostra quotidianità, gli autori Carmen Weisskopf (CH) e Domagoj Smoljo (CRO), che assieme compongono il gruppo artistico !Mediengruppe Bitnik, cercano i modi in cui gli algoritmi cambiano il nostro lavoro. La mostra si occupa in primo luogo di questioni relative al controllo e alla perdita del controllo in un sistema dove dominano gli algoritmi, quando gli errori o guasti di breve durata in un momento scoprono le strutture principali basate sul codice.
Gli algoritmi sono diventati una delle forze principali del XXI secolo, ma sono avanti visibili e accessibili solo a poche persone. Ogni segmento della nostra vita moderna è influenzato in modo diverso da qualche algoritmo. Siamo noi a concedere sempre più diritti ai sistemi di controllo dei dati di entrare nelle nostre vite. Alimentati dai nostri dati personali e dai nostri comportamenti, gli algoritmi processano e seguono ogni nostro movimento al fine di fornirci servizi adatti alle nostre necessità quotidiane. Nel più spesso dei casi non abbiamo la più pallida idea sulla logica o sulle decisioni in base alle quali gli algoritmi siano stati creati.
Aziende come Uber, Deliveroo e Amazon, che si occupano di acquisti su Internet e consegna di cibo a domicilio, hanno adottato un management basato sugli algoritmi al fine di indirizzare, seguire e valutare il successo di migliaia di lavoratori temporanei che non sono loro dipendenti, per poter offrire i loro servizi senza alcun errore e nel minor tempo possibile. I datori di lavoro sono favorevoli a questo tipo di gestione, che secondo loro consente nuove opportunità di lavoro, servizi nuovi e più economici, trasparenza e correttezza. Si tratta della cosiddetta economia dei lavori onorari (gig economy) dove predominano i contratti a breve termini o il lavoro onorario.
Nell’estate del 2016 ad esempio, si è avuta una delle prime controversie sul lavoro nell’ambito dei lavori onorari. Il tutto è successo davanti alla sede di Uber Eats a Londra, dove si sono radunati oltre diecimila addetti alle consegne. Si trattava praticamente di lavoratori senza un lavoro fisso che protestavano contro l’aggiornamento di una app. Interessante è il modo in cui è nata la protesta. I lavoratori, che non si incontrano mai tra loro, si sono organizzati in modo tale che hanno ordinato del cibo soli a sé stessi tramite l’applicazione e al momento della sua consegna hanno convinto il collega a rimanere. Praticamente il management algoritmico ha vissuto la sua prima rivolta.