Dalle spine alle stelle – un monumento alla memoria e alla crisi della memoria.

Consapevole del trend che vede cadere i monumenti storici – in maniera selettiva, ma anche sistematica – nell’oblio e anche distrutti, l’artista fiumano Nemanja Cvijanović realizzerà il Monumento alla Fiume rossa – un monumento che si difende da sé in cima al Grattacielo fiumano.

Siamo in presenza di una scultura-struttura di cemento armato e di una costruzione di ferro a forma di una grande, dimenticata e reietta stella partigiana a cinque punte. Il vetro rotto in 2.800 frammenti inseriti nella stella vuole prevenire prevedibili atti di vandalismo che potrebbero distruggere il monumento. La su forma sta pure a indicare un monumento sofferente, ma anche capace di difendersi da sé dal pericolo della distruzione e dell’oblio. Richiamandosi alle parole dell’autore, i 2.800 frammenti di vetro possono far riandare con la memoria ai 2.800 combattenti caduti nella battaglia per Fiume, anche se la simbologia primaria del monumento va vista proprio attraverso il paradosso del lascito rivoluzionario antifascista rigettato, ma pur sempre ancora pericoloso.

Il monumento posto in cima al Grattacielo fiumano vuole essere una reminiscenza della stella rossa che era stata installata nello stesso luogo nel 1945. Fuori dalla portata dei più e rivolta verso il cielo. Il monumento che si difende da sé pone la questione dell’invito all’ospite (in)desiderato ad addentrarsi nel tessuto della città, della tendenza difensiva quale eterna accompagnatrice dell’attacco e del circolo vizioso creato da una simile dinamica.

È possibile accettare un simbolo storto e monco quale parte del nostro lascito culturale che, indipendentemente dalle opinioni che possiamo avere sul suo conto, rimarrà parte di quella che è l’identità di questa città?