L’artista trasferisce in strada delle azioni che solitamente avvengono fra le “quattro mura” domestiche: qui si riposa, si mangia, si beve, si dorme e si offre ospitalità.
Casa = kuća
Barricata = barikada
Barricasa = barikuća
In un luogo frequentato in centro città incappiamo nei contenuti di un appartamento privato fiumano. L’alloggio svuotato, in parte mantiene la sua funzione – unito con cavi e tubi all’appartamento allestito sulla pubblica via, lo rifornisce di acqua e corrente, lo nutre come un vaso sanguigno. L’installazione ci impedisce il passaggio, ma al contempo ci invita a sederci nei confortevoli divani e ad attendere il pranzo che si sta preparando. Il padrone di casa non è la persona alla quale l’alloggio trasferito in strada appartiene, bensì un artista italiano che dal ruolo di ospite della Capitale europea della Cultura e di ospite del vero proprietario dell’appartamento assume il ruolo del padrone di casa. Comportandosi per 24 ore quale parassita ai danni del vero padrone di casa, e rivoltandogli l’alloggio come una tasca, Giovanni Morbin offre ospitalità ai passanti casuali sotto forma di una piacevole conversazione, di un caffè o di un pasto oppure offrendo semplicemente un posto dove riposarsi un attimo dal logorio della vita quotidiana. Come nel caso delle rampe automatiche, Morbin blocca i passanti per invitarli a entrare nell’inconsueta barricata. Quello che a prima vista appare sospetto, fuori luogo e potenzialmente frustrante si trasforma in un’esperienza divertente, interessante e rilassante.
L’intervento è stato ispirato da una cartolina del 1920 (dell’epoca della reggenza di Gabriele D’Annunzio) che raffigura una barricata fatta con mobili all’inizio dell’odierna via Martiri antifascisti (allora Via XX Settembre) a Fiume.