Con la mostra ispirata dalla raccolta di abbecedari, la famosa autrice-scrittrice si presenta al pubblico anche come un’artista in un tutt’altro genere.
All’inizio della guerra nell’ex Jugoslavia nel 1991, Dubravka Ugrešić si è ritrovato in mano un abbecedario del 1957, che in base all’anno di stampa poteva essere anche suo. Come lei stessa dice:
“Ad un certo punto davanti a me si sono materializzati due mondi: il mondo attuale, quello dimenticato dell’abbecedario, che prometteva un futuro migliore, e un altro attuale, reale che contestava in modo brutale tale futuro”.
Questo episodio ha rappresentato l’avvio della raccolta degli abbecedari, che ha portato poi alla realizzazione del saggio pubblicato nel libro la Cultura della bugia, ma anche di altri lavori visuali che sono presentati alla mostra. Si tratta di figurine in cui ci sono scene di vita scolastica e disegni ispirati dagli abbecedari. Alla mostra sono rappresentati anche abecedari originali provenienti soprattutto dall’Europa orientale e dall’ex Jugoslavia, che Dubravka Ugrešić è riuscita a raccogliere nel corso degli anni. Questa bravissima scrittrice si presenta con questa mostra anche come un’artista in tutt’altro genere e media, che non rappresentano per lei soltanto un poligono di ripetizione di temi già trattati, bensì sono uno spazio che in modo giocoso e gentile attira l’attenzione su alcuni nuovi motivi.