Installazioni e performance come forma di confronto con uno spazio disumanizzato e istituzione di una memoria femminile nata durante le ricerche dei destini delle donne internate sull’isola Calva e sull’isola di San Gregorio.

L’isola Calva (Goli otok) e San Gregorio (Sveti Grgur) nella memoria comune sono luoghi di una destalinizzazione repressiva. Sono nati come risposta del Partito alla spaccatura tra Tito e Stalin con l’intenzione di “rieducare“ i membri inadatti. L’idea di Tito che i “traditori“ vanno ridotti a pezzi e non uccisi, apre le porte a tutta una serie di metodi comuni a campi di questo tipo, ma anche ad alcuni specifici, in particolar modo nei confronti delle donne.

Per questo motivo la produzione artistica di Andreja Kulunčić è concentrata sulle ricerche, sull’ideazione e realizzazione del progetto che si occupa dei destini delle donne internate sull’isola Calva e a San Gregorio dal 1949 al 1956. L’intento è di dare vita ad una nuova forma di confronto con uno spazio disumanizzato e l’istituzione di una memoria femminile delle traumatica storia attraverso interventi artistici site-specific. Collaborano al progetto Dubravka Stijačić (CRO) e Renata Jambrešić Kirin (CRO), mentre coautrici sono: Zrinka Užbinec (CRO), Jasna Jovićević (SER) e Annette Giesriegl (AUS).

L’intervento si articola in due parti – la marcatura visiva di 10 punti della memoria femminile / i traumi sull’isola come memoria permanente, nonché performance dal vivo sull’intersecazione dello spazio, dei movimenti e delle articolazioni strumentali e vocali. Coordinatrice del progetto è Maja Marković (HR).