Un’opera che nega i concetti convenzionali di tempo e spazio, definita da molti un precursore fondamentale per le avanguardie musicali d’inizio ‘900.

L’accordo d’apertura dell’opera Tristano e Isotta di Richard Wagner rappresenta per molti l’inizio della musica moderna, dopo di che nella musica è stata inserita la cromaticità, la dissonanza e, stando al compositore Arnold Schoenberg, l’atonalità. Quest’opera rigetta le nozioni convenzionali di spazio e tempo e spesso, a causa di sospensioni non risolte, è difficile riconoscere i finali e gli inizi.

La regista Anne Bogart (US) si chiede se sia mai possibile portare il pubblico viaggio e privarlo del proprio attaccamento a questo mondo (terreno)? Può il pubblico assorbire in modo simbolico la pozione d’amore con Tristano e Isotta? Siamo in grado di creare un mondo sintetico nel quale non siamo più sicuri dove iniziano e dove finiscono i nostri sensi?

La dissonanza tra l’individuo e il mondo è il tema centrale di Tristano e Isotta. L’opera penetra profondamente nel vortice dei desideri inappagati, delle brame sessuali e delle dolorose tensioni irrisolte tra i due personaggi pre-freudiani. Il pubblico si trova davanti a un delicato viaggio dal mondo materiale nella sensibilità metafisica soggettiva guidato dalle parole di Wagner: “

Di fronte al pubblico c’è un sottile viaggio dal mondo letterale e materiale a una sensibilità metafisica soggettiva e un ritorno al materiale, guidato dalle parole di Wagner:

“La vita e la morte, l’intero significato dell’esistenza del mondo esterno, dipendono solo dai movimenti interiori dell’anima”.

L’orchestra sarà diretta dal maestro Ville Matvejeff (FI), mentre nei ruoli principali si esibiranno Maida Hundeling (DE) i Christian Juslin (FI).